La Val Sangone è una delle aree a maggior rischio sismico delle Alpi Occidentali, anche se per intensità e frequenza dei fenomeni non paragonabile a territori dell’Italia centrale e meridionale.
Testimonianza di remoti episodi tellurici è una particolare formazione rocciosa appartenente alla Rocca del Gias, nel Vallone del Sangonetto.
La Rocca del Gias è un curioso blocco di gneiss occhiadino discostato dalla parete rocciosa di circa 0,5 m che fa capolino sul sentiero sottostante. La leggenda vuole che il masso, trasportato dal biblico Sansone, sia lì a custodire un grande tesoro. Dal sentiero la rocca si presenta in tutta la sua maestosità come un grosso trapezoide, alto circa 3 m e largo alla base circa 2 m. La sua particolare posizione strutturale e morfologica nel contesto di un’area sismicamente attiva, abbinata alla sua caratteristica traslazione orizzontale rispetto al resto del versante roccioso, permette di ipotizzare che la sua attuale posizione sia da imputarsi ad eventi sismici. Tutta la Val Sangone è compresa all’interno della più importante zona sismica delle Alpi Occidentali, definita “”zona sismica del Pinerolese”” per il fatto che i maggiori terremoti di cui si abbia notizia storica in Piemonte e le più frequenti scosse sismiche rilevate per via strumentale sono concentrati nell’area pedemontana di Pinerolo e nelle valli limitrofe. Sia sul masso della Rocca del Gias che sulla parete rocciosa è possibile riconoscere una serie di forme di modellamento legate a distinti processi erosivi e/o a discontinuità di tipo geologico-strutturale, tutte antecedenti alla rotazione del masso. Da un esame attento delle strutture geologiche e delle forme di modellamento, nonché dei loro rapporti geometrici visibili sulle facce del masso e sulla parete rocciosa, è possibile ricostruire un’ipotesi di evoluzione cronologica che ha portato all’attuale configurazione della Rocca del Gias.
(da https://geoparc-alpescottiennes.eu/it/rocca-del-gias)