Un itinerario ad anello di bassa montagna, che si presta a molte chiavi di lettura, offrendo interessanti spunti di riflessioni.
Si parte da Pomaretto, piccolo paese all’imbocco della Val Germanasca, per la precisione dal Tempio Valdese. E proprio la cultura valdese è uno dei fili conduttori dell’itinerario, che si snoda tra vecchie borgate. Alcune, non del tutto disabitate, narrano di resilienza, altre, fagocitate dalla vegetazione, stanno li a dimostrare l’effimero.
Schematicamente possiamo dividere in due il percorso. La prima parte si svolge sui pendii esposti a sud che sovrastano l’abitato di Pomaretto. Qui tenaci coltivatori hanno impiantato filari di un’uva altrettanto coriacea, che produce un particolare vino: il Ramìe. E’ la prima sorpresa, oltrepassata la quale arriviamo alle prime borgate, Cervisieri e Faure, ancora in parte abitate. Antiche iscrizioni sui muri, cappelle e piccoli locali dedicati all’istruzione ci parlano della cultura Valdese e delle sue originali caratteristiche, proprie del mondo protestante. Scuolette Beckwith si chiamano queste aule presenti anche in remote borgate, volute dall’omonimo generale britannico che rimase colpito dal popolo valdese, al punto da stabilirsi e poi morire nei loro territori.
Da Faure con poco sforzo si arriva, con un piacevole viale in cresta tra i pini, alla panoramica Punta Ceresa, dove lo sguardo spazia sulla val Chisone e sulla Germanasca. Da qui si ridiscende a Cerisieri (e volendo a Pomaretto, concludendo l’itinerario che possiamo definire di difficoltà E). Per proseguire l’anello seguiamo sulla sinistra un’antica via di transito, la Viol ‘d la Cret, dove inizia la seconda parte del percorso. Lo stretto sentiero attraversa il dirupato e ripido costone nord-est della montagna. Occorre prestare attenzione in autunno-inverno alla neve o al fogliame, casi in cui al percorrenza può risultatare insidiosa e richiedere attenzione e passo sicuro (difficoltà EE). Arrivati sul versante nord, si scende rapidi nel bosco, fino a incontrare la diroccata borgata Peyrot e una traccia carrozzabile.
Si percorre la strada verso il basso fino ad arrivare nei pressi di borgata Gataudia. Ma non è ancora ora di attraversarla, perché proseguiamo in direzione ovest verso la seconda sorpresa, che si trova nella piccola borgata Coutandin. Una targa, davanti a una baita abbandonata, ci ricorda che in questo luogo speduto e dimenticato si narra sia nato Fernandel, pseudonimo di Fernand-Joseph-Désiré Contandin, noto comico, cantante e regista, famoso ai più per l’interpretazione di don Camillo, facendo coppia con Gino Cervi nel ruolo di Peppone.
Ritorniamo sui nostri passi fino a Gataudia, dove nella “piazza” della borgata ci accoglie quello che resta di un secolare castagno. Imbocchiamo la seconda di quelle che erano le vie di percorrenza dei tempi che furono: la Vio Garneirencho. Anch’essa ormai ridotta a uno stretto viottolo, passa a strapiombo sul sottostante torrente Chisone, percorrendo per due chilometri la parete della montagna. Valgono le medesime considerazioni di percorribilità fatte per la Viol ‘d la Cret, con l’aggiunta di maggiori tratti esposti (volendo evitarla, da Gataudia è possibile scendere direttamente al fondovalle). Si arriva infine a bortata Pons nei pressi dell’abitato principale, dove si chiude l’anello.
NB Esistono alcuni sentieri alternativi, che permetterebbero di evitare i tratti a doppia percorrenza. Purtroppo non sempre risultano puliti e di facile percorribilità.